1. DEPOSITO NAZIONALE: La situazione dei rifiuti, o scorie, radioattivi, in Italia è molto precaria, visto che sono distribuiti in molti siti inidonei un po’ dappertutto. Le interlocuzioni che Sogin sta svolgendo in tutta Italia, per capire se ci sono dicihiarazioni diinteresse, è ancora a un punto morto. L’unico che ha asserito di essere disponibile a offrire un sito, è stato il sindaco di Trino ma, mi diceva tempo addietro Gian Piero Godio, che è stata piuttosto una provocazione, visto che in quella zona c’è una concentrazione di siti, da Trino Vercellese, a Saluggia, a Bosco Marengo,e così via. Non siamo ancora arrivati alla CNAI, ossia alla Carta Nazionale delle Aree Idonee. E ci vorrà ancora molto tempo.Per realizzare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico è previsto un investimento complessivo di circa 900 milioni di euro. Si stima di costruire il Deposito Nazionale in 4 anni e si prevede, in base agli attuali piani, che la sua entrata in esercizio avvenga entro il 2029. (ma per trasferirvi tutti i materiali sparsi in Italia, occorreranno non meno di 20-25 anni. Nota di G.C.)
2. IL COMBUSTIBILE IRRAGGIATO: La centrale produceva energia grazie a 523 barre di combustibile misto di uranio e plutonio. 322 furono trasferite tra il 1985 e il 1987 a dapprima a Saluggia, nel vercellese, nella piscina Avogadro a raffreddare, poi parte a Sellafield, in UK, e altra a La Hague, in Francia. Altre furono trasferite ancora in Francia agli inizi del 2000. A Saluggia, Avogadro, ce ne sono ancora 63 che raggiungeranno presto la Francia per essere riprocessate, cioè per estrarne uranio e plutonio. Quello che resta, i cosiddetti “vetri” radioattivi, è sempre altamente radioattivo e dovrà ritornare in Italia, mentre si cerca un accordo intereuropeo per smaltirli definitivamente (ma non in Italia)
3. VESSEL: Chiamato col nomignolo di <pentolone> per le sue dimensioni, è una delle parti da smantellare che hanno la maggiore complessità, avendo “ospitato” al suo interno le barre di combustibile. L’inizio del suo smantellamento era previsto nel 2023, ma è stato anticipato di 4 anni, anche se non è ancora iniziato. Le operazioni, complicatissime, dovranno essere realizzate sotto battente d’acqua della piscina in cui sarà immerso il vessel, da un robot che è stato appaltato all’Ansaldo (officine inglesi). È in corso il completamento del progetto esecutivo.
4. TURBINA: Con le sue 1.800 tonnellate rappresenta il pezzo più grande dell’impianto termico. Con il vessel rappresenta una delle parti più complesse da smantellare. A fine 2018 sono stati smontati il rotore dell’alternatore e l’alternatore stesso del peso di 400 tonnellate che contengono ferro, rame e la plastica che copriva i cavi elettrici, tutti materiali da riciclare, in osservanza dell’economia circolare, una volta estratto l’amianto.. Essendo eccessivo il peso, sono stati tagliati in pezzi da 55 tonnellate e spediti a Brescia dove ne avverrà il recupero. Sono in corso le attività propedeutiche che dovranno essere oggetto di collaudo e funzionali a ridurre il volume della turbina stessa che, nel PNRR, è previsto venga adibito a ricovero opere d'arte in caso di eventi estremi, quali un terremoto ecc.
5. D2: Questo nuovo deposito, in cui si dovranno stoccare i rifiuti che si ricaveranno dallo smantellamento di turbina e isola nucleare, avrà un volume di 15.000 mc con un costo previsto di 16 milioni di euro. Sarà costruito su 112 pali che arriveranno alla profondità di 30 metri. Si prevede che la costruzione sarà completata nel corso del terzo trimestre 2022.
6. TRINCEA N° 1: La bonifica era stata sospesa in seguito alle indagini che la Procura della Repubblica di S.Maria C.V. aveva avviato nel 2012. In seguito è stata dissequestrata e se ne prevede il completamento entro il 2022.
7. REALIZZAZIONE NUOVO SISTEMA TRATTAMENTO EFFLUENTI LIQUIDI RADIOATTIVI: Attività ancora in corso. Una volta completata l’installazione ed il collaudo dell’impianto sarà richiesta l’autorizzazione all’esercizio da parte dell’ente di controllo ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione).
8. RIFIUTI RAD. PRODOTTI DA ATTIVITA' DIAGNOSTICHE ECC: I rifiuti ospedalierivanno portati dalla Nucleco a Casaccia (Roma)ma ci sono anche depositi tenuti da privati.
9. Presso la centrale di Caorso, nel 2018 Sogin ha aperto l'allora denominata Scuola italiana di Radioprotezione, Sicurezza e Ambiente, oggi Radwaste Management School (RMS). Perchè non al Garigliano? I rappresentanti Sogin hanno affermato che terranno conto di questa richiesta che anche il Sindaco ha fatto propria.