Ospedale San Rocco Oncologia Ridotta ( di Giulia Casella ).


 Facendo seguito al comunicato del Comitato San Rocco Bene Comune, sottolineo che depauperare l’oncologia non si può che definire CRIMINALE. Questo è un paese che non fa mai i conti con il proprio passato. Abbiamo subito pesanti inquinamenti che hanno minato la salute.”E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore” recitava Salvatore Quasimodo. E come potevamo noi salvarci con l’impatto straniero sulla discarica che ci ha inquinato per decenni e ancora ci avvelena; come potevamo cantare con la radioattività che penetrava nelle anse dei nostri polmoni; come potevamo gioire mentre il sorriso diventava un ghigno fissato sul nostro volto dagli IPA che le polveri di pet coke, una montagna di 140.000 mc, con altezza superiore a 9 mt, hanno disseminato sulle nostre terre per altri decenni, mentre ancora inquinano. Praticamente una discarica autorizzata dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione e, infine, dal MISE contro il cui decreto una precedente amministrazione comunale non fece ricorso nonostante fosse incalzata da Legambiente. Gli elementi cancerogeni si sono sommati gli uni agli altri in una escalation esponenziale causando la morte per cancro di tante persone e facendone ammalare tante altre che un intervento repentino potrebbe salvare. Già, ma il reparto di oncologia adesso lavora con soli due oncologi. È una storia molto datata, quella dell’indifferenza istituzionale. Noi donne siamo state privilegiate in questo trattamento con un altro scippo vergognoso. Negli anni ’90 esisteva, al San Rocco, un presidio di senologia al quale arrivavano pazienti da ogni parte della Campania, anche dal Lazio, alle quali veniva diagnosticato, in tempi rapidi, un eventuale cancro, salvandole. In un convegno tenutosi nella nostra città, presieduto da Bassolino, ci fu promesso che jamais avrebbero chiuso quel presidio. Cosa che puntualmente avvenne. L’indifferenza affonda ogni speranza di riscatto. Tocca quindi ai cittadini non lasciarsene sopraffare.